7 anni di disgrazie
Vorrei uno specchio per illuminare il corridoio, uno di quegli specchi semplici, appoggiati al muro, senza fare fori in nessuna parete. sono in una fase in cui i fori mi bucano l'anima, ho bisogno di preservare intatta la superficie lucida che mi son rifatta.
così lo scelgo: uno specchio che appoggi il suo peso lieve come un frammento di luce. e rifletta. che si presti a metafore per allargare l'orizzonte dei miei pensieri, perché si moltiplichi lo spazio del mio ego nelle sue riflessioni, come una siepe di leopardi. dentro ci andranno a finire l'infinito che mi manca e la leggerezza della materia specchiata.
dico: vorrei uno specchio e lo appoggerò proprio in quel punto, così sarò sicura che passando mi vedrò sfocata e in movimento, come mi piaccio adesso. e appena lo dico, subito una vocina amica mi ribatte: ma lì, uno specchio, non ci sta bene. e poi se lo appoggi cade e se cade si rompe. Morale: se ti compri uno specchio, ti compri 7 anni di disgrazie. allora m'invento 7 pensieri per 7 anni:
fran mi ama, e sono felice
paola diventerà architetto, e sono felice
manu ha trovato il lavoro dei suoi sogni, e sono felice
la casa comincia ad assomigliare ai miei pregi più che ai miei difetti, e sono felice
lori in equilibrio ricostruisce se stessa, e sono felice
i bambini intorno a me aumentano, e sono felice
qualcuno che conosco scrive un libro, un altro diventa fotografo, un altro lavora a teatro, e sono felice.
va bene, ho arginato i danni di 7 anni di disgrazie. adesso vado a specchiarmi per vedere dov'è che faccio felice me stessa.